In ritardissimo su tutta la linea.
Non abbiamo ancora addobbato casa, niente, neppure l'albero. Gigi il gatto stamattina guardava perplesso l'albero spoglio e non ha mancato di esplorare ogni scatola e sacchetto di addobbi, come a voler rendersi utile.
Quest'anno va così, destrutturati, affannati, poco natalizi.
So però che qualcosa cambierà questo pomeriggio.
La recita.
I gospel, in chiesa.
Tutti i bambini in tunica rossa e oro. Oh happy days.
E lo so che poi vorrò tornare a casa presto, prestissimo, subito, a fare l'albero, a distribuire stelle e statuine in giro per casa, deglutendo commozione, che non è mai solo per Cig, ma per tutti i bambini.
So anche che la recita non viene mai come ce la immaginiamo, che ha risvolti horror, che può tramortiti in un solo LA LA LA stonatissimo, ma forse il trucco è non avere aspettative e godersi l'emozione di tutti, soprattutto quella dei bambini.
Sembrava un uccellino impaziente oggi Cig, ha svolazzato fino all'ingresso di scuola raccomandandomi di non fare tardi oggi, di guardarlo bene e di fare gli applausi.
Una cosa he ho imparato da mamma è che l'empatia ha vita propria: non sempre riesco a essere empatica, con Cig non riesco quasi mai a non esserlo. E a volte non vorrei, perchè le emozioni bambine sono un tumulto, un mare agitato, una corrente forte che non sai dove ti porta e finisco spiaggiata in luoghi sempre nuovi.
Ecco, il trucco per godersi le recite di Natale, anche quelle horror, è lasciarsi andare, seguire l'onda, pensarsi bambini.
Poi correre a casa a fare l'albero, che è tardissimo :)
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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)